GAVORRANO IMPORTANTI OPERE PUBBLICHE NELLE FRAZIONI E NEL CAPOLUOGO. CIRCOLAZIONE MODIFICATA PER I LAVORI Il centro di Filare si rifà il look: via Tasso messa completamente a nuovo
SI AVVIA a soluzione il «tormentone» che vede protagonista passiva via Tasso,nella frazione di Filare, che verrà completamente asfaltata e sistemata per la regimazione delle acque piovane. Il tutto va in porto grazie all’impegno che a suo tempo profuse Massimo Borghi, allora sindaco, che si impegnò con i residenti per la soluzione della problematica. A tutto questo c’è da sommare la disponibilità di un’impresa follonichese, la Edilcave, che ha deciso di effettuare tutta la serie di interventi a titolo gratuito mentre l’impresa esecutrice dei lavori è la Erre Costruzioni che ha sede sempre nella città del Golfo. Lavori che hanno preso il via e dureranno una ventina di giorni sperando che le condizioni atmosferiche siano favorevoli. Per poter eseguire l’intervento la Polizia Municipale haà emesso una ordinanza che regola il traffico, imponendo il divieto di sosta e di transito a tutti i veicoli «nell’ultima diramazione di via Tasso, strada senza sfondo fino al civico 76». L’ordinanza prevede che rimane «responsabilità della ditta esecutrice qualsiasi danno causato a persone o cose, qualora si tenga un comportamento diverso rispetto a quanto ordinato o non previsto nel regolamento di esecuzione del codice della strada. Per ogni altro fatto estraneo alla regolamentazione della circolazione stradale, sollevando l’Amministrazione Comunale da ogni responsabilità». Toccherà inoltre all’impresa il compito di installare la segnaletica stradale necessaria per effettuare in sicurezza l’intervento. Intanto la Giunta, sempre in tema di viabilità, approva il progetto definitivo dei lavori di recupero di via Pannocchieschi e di via Bandi nel centro storico del Capoluogo.
Roberto Pieralli
Ma in questa tornata 2013 la partita sembra si sia elevata in termini di
qualità web. L’ex sindaco Massimo Borghi, ad esempio, ha aperto un proprio
blog. La lista che sostiene la candidatura del prosindaco Elisabetta Iacomelli,
Centrosinistra unito per Gavorrano, invece, ha creato una pagina Facebook ad
hoc con tanto di rassegna stampa e presentazione uno ad uno dei candidati in
lista. Idem per la civica Centrodestra guidata da Muriel Berretti, che gestisce
attraverso il proprio profilo la sua campagna elettorale. È il web la vera
arena politica dei nostri tempi. Ma non è solo una questione di modernità,
quanto la possibilità di raggiungere gli elettori minerari con un semplice
clic. Soprattutto oggi che sono aumentati i modi di comunicare via Internet:
rispetto a due anni va, ad esempio, si sono moltiplicati i gavorranesi iscritti
a Twitter e non più soltanto a Facebook. Borghi ha fiutato subito la tendenza,
alzando il tiro fino a creare un blog, in linea con altri leader contemporanei.
Niente proclami o curriculum sulla home page di Massimo Borghi blogspot, ma
solo poche finestre essenziali: la rassegna stampa, la biografia e il programma
elettorale, senza dimenticarsi della colazione formata dal comitato gente
Comune, Sel e Verdi.
Vince due volte le elezioni Ma per fare il sindaco non basta
Scelto con le primarie del centrosinistra, nel 2009 Massimo Borghi (Sel) vince le elezioni comunali a Gavorrano (Grosseto). Ma dopo un anno il Pd lo scarica: i consiglieri democratici si dimettono e il Comune viene commissariato. Tornato a fare il dipendente in municipio, nel 2011 Borghi si ricandida e diventa di nuovo primo cittadino. Ma un ricorso al Tar del prefetto rischia di farlo decadere
C’è un paese in provincia di Grosseto dove sembra non basti essere eletti per due volte di fila, in due anni, per poter governare. A Gavorrano la vicenda del sindaco Massimo Borghi rischia di tramutarsi in una commedia degli equivoci. L’ultimo tassello di una storia complicata si snoderà il prossimo 8 settembre quando il Tribunale civile di Grosseto dovrà pronunciarsi sul ricorso contro l’elezione del sindaco, avvenuta lo scorso maggio, presentato dalla Prefettura. Ma la storia è più lunga.
Nel 2009 a Gavorrano ci si appresta al voto e il Pd organizza, diligentemente, le primarie. Solo che non le vince il suo candidato ma quello di Sinistra e Libertà, Massimo Borghi appunto, una storia di Pci, Ds e poi Sinistra Democratica per approdare infine al partito di Nichi Vendola. Il Pd prende atto della vittoria e candida Borghi a sindaco. L’elezione è trionfale con circa il 66 per cento dei voti.
Borghi comincia a interessarsi di abusi edilizi, vuole mettere ordine nella gestione dei videogiochi nei bar della zona, è un sindaco presente molto presente e poco portato ad assecondare i voleri dell’alleato Pd. Così non passa un anno che il principale partito di Toscana decide di dimettersi in massa dal Consiglio comunale facendo decadere il sindaco e provocando il commissariamento del Comune.
Borghi torna al suo lavoro di dipendente comunale e si rimette allo sportello a fare carte di identità in attesa delle nuove elezioni convocate per la tornata del 2011. Prepara una lista civica, Gente comune e, nel frattempo, assiste allo sfaldamento del Pd che oltre al proprio candidato ufficiale vedrà anche la formazione di una terza lista di centrosinistra.
Con la lista del Pdl a presentarsi al voto dei circa 8.Nel Grossetano 000 gavorranesi ci saranno quattro candidati sindaci. Borghi vince di nuovo, stavolta, vista la concorrenza, con la metà dei voti ma è il più eletto e si insedia di nuovo. Il Pd paga tutta questa vicenda scendendo da dieci consiglieri comunali a due.
Passa un mese, però, e Borghi deve scontrarsi con un nuovo cavillo. Stavolta è il prefetto di Grosseto ad avviare la procedura di azione popolare sul caso della sua presunta ineleggibilità. Da dipendente comunale il neo sindaco avrebbe dovuto prendere l’aspettativa prima di ufficializzare la propria candidatura e non dopo.
Borghi si dice fiducioso anche se sente la mano del Pd, oltre che del Pdl, dietro questa azione giudiziaria. “Si tratta comunque di una procedura amministrativa e ringrazio il prefetto di Grosseto per averla avviata perché si potrà fare maggiore chiarezza”. Nel caso il Tribunale ne dichiarasse l’ineleggibilità, lui decadrebbe ma non la giunta né il consiglio comunale. E fino alle elezioni governerebbe il vicesindaco. “Io continuerò a governare fino all’ultimo grado di giudizio – assicura Borghi – e nel caso in cui dovessi perdere la causa, lo dico fin da ora, io mi ripresenterò alle elezioni”. Sarebbe la terza volta.
Psichiatria Democratica… a Gavorrano
di Salvatore Cannavò | 15 settembre 2010
Nichi Vendola insiste a chiedere le primarie del centrosinistra pensando, legittimamente visti i sondaggi, di vincerle. E allora farebbe bene a studiarsi un caso piccolo piccolo ma di grande significato politico che si è verificato nel cuore del potere democratico, in quella Toscana “rossa” cresciuta a pane e Coop, dove Psichiatria Democratica – come Telese ha ribattezzato il Pd – si è data molto da fare.
Il caso è quello del comune di Gavorrano in provincia di Grosseto, storica zona mineraria – c’è il Parco Minerario Naturalistico – meno di 9 mila abitanti governati prima dal Pci, poi dai Ds e ora dal Pd. Alle ultime elezioni, nel giugno del 2009, l’alleanza di centrosinistra si è imposta con il 55% dei voti nonostante un 15% andato a una lista di sinistra “Gavorrano libera”. Come tradizione il Pd aveva scelto le primarie per decidere il proprio candidato-sindaco. Solo che, in ossequio alle sue logiche nazionali, il partito di Bersani aveva presentato tre candidati contrapposti, due ex Ds e uno ex Margherita. E così, a sorpresa, a vincere le primarie è stato il quarto uomo, Massimo Borghi, ex Ds anche lui ma poi passato a Sinistra Democratica e oggi esponente di Sinistra e Libertà, il partito di Vendola. Borghi sorprende i litigiosi Pd e vince tranquillamente le elezioni comunali. E diventa sindaco. Ma con la sua giunta, blindata dal Pd, le cose non vanno granché bene.
Borghi mette in discussione qualche postazione di potere, con un Pd che lo osserva guardingo cerca di fare le cose da solo, ha un carattere un po’ irruento e si attira nuove antipatie. Fino a quando scoppia il casus belli. Il sindaco emana un’ordinanza che vieta ai locali pubblici di tenere i videopoker. Il Pd la giudica troppo drastica e il vicesindaco, Luca Gabrielli, lo contesta. Il sindaco gli toglie le deleghe e a quel punto il Pd insorge. E insorge nella forma più masochistica del mondo, togliendo la fiducia a Borghi e portando il Comune alle elezioni anticipate. Ma siccome a farsi male ci si può provare gusto anche questa procedura viene resa ancora più tortuosa. Alla fine di agosto viene annunciata la mozione di sfiducia in consiglio comunale, dove il Pd ha 10 consiglieri su 16. La mozione viene illustrata alla stampa prima di essere presentata in aula. Poi però, capendo che tutta questa vicenda gli ha tolto dei consensi e che i cittadini di Gavorrano non comprendono certi comportamenti – e forse temendo ripensamenti – il Pd decide di cambiare strategia e si presenta in Consiglio il 9 settembre con una lettera di dimissioni dei suoi consiglieri – 9 su 10 la firmano ma sono sufficienti – provocando lo scioglimento dell’assemblea comunale. Alla prefettura di Grosseto non resta quindi che inviare un Commissario che gestirà l’ordinaria amministrazione fino alla primavera del 2011 quando si voterà di nuovo.
Ovviamente, in casi come questi, ognuna delle parti accampa ragioni granitiche. Il Pd sostiene che Borghi ha avuto una gestione troppo personalistica, anch’egli in fondo ha minacciato di dimettersi se le sue misure non fossero passate, gli si contestano mancate bonifiche, assenza di interventi sul turismo e altre accuse.
Borghi dal canto suo si dice sconcertato, “mi hanno staccato la spina”. Stava preparando il consiglio comunale del 25 settembre che avrebbe dovuto votare la mozione di sfiducia – davanti ai cittadini – quando invece ha preso atto delle dimissioni dei consiglieri Pd le cui argomentazioni bolla come “assolutamente pretestuose”. Nei giorni scorsi ha fatto circolare, pubblicandola anche sul sito del Comune, una lettera-appello “alla serenità” in cui accusava il Pd di “aver perso il controllo dei nervi” e di essersi lasciato catturare da “astio, rancore, perdendo la lucidità di analisi”. E punta l’indice sulla questione cruciale: “L’errore più grave è quello di disconoscere il voto democratico”.
E infatti, alla fine della storia, quello che permette di incasellarla in un caso di Psichiatria Democratica è proprio questo sconfessare sé stessi, ferirsi in tutto il corpo per far male solo a un solo arto. Con quale credibilità il Pd tornerà al voto? E con quale credibilità darà vita di nuovo alle primarie – «stavolta saremo compatti» assicurano i suoi dirigenti -? Domande senza risposta e considerazioni amare. Come quella lasciata sul profilo Facebook di Massimo Borghi: «quando un sindaco, che come primo compito ha quello di essere il sindaco dei cittadini, sostiene una campagna contro i video Poker, e il Pd lo mette in minoranza … un cittadino si chiede..ma perchè Bersani parla male di Berlusconi?».
MASSIMO BORGHI: L'ULTIMO "SCALPO" DELLA ZARINA
di FILIPPO FORTE
I bookmakers inglesi non avrebbero mai accettato scommesse: e, del resto, come sarebbe andata a finire il “braccio di ferro” tra l'ormai ex Sindaco di Gavorrano Massimo Borghi e la Zarina di Tutte le Rocce era già stato anticipato da heartonearth Report già nel luglio del 2011... Dunque, Borghi – due volte eletto sindaco e due volte defenestrato – getta la spugna: resosi conto che la sua vice, Elisabetta Iacomelli, subentrata al suo posto per gestire le elezioni, gli aveva voltato le spalle per giocare in proprio, ha deciso di non ricandidarsi, dicendosi “disgustato”. E così, la ricca “collezione” di Alessandra Casini, Direttorissimo del Geoparco, si arricchisce di un nuovo e prestigioso “scalpo”. Gliel'aveva giurata: e la Zarina non lascia mai le cose a metà... Come detto, nessuna sorpresa: bastava andare a rileggersi la collezione del nostro web-magazine. Scrive, il 18 luglio 2011, Sacha Paganini: “il feeling tra Parco e Gavorrano starebbe scemando, soprattutto dopo le ultime esternazioni del Sindaco Massimo Borghi che vorrebbe portare nella struttura dei Bagnetti gli uffici comunali, con ciò rimettendo in discussione il progetto museale predisposto proprio dalla Casini. Compresa l'Enoteca, che Borghi vorrebbe invece installare nel Palazzo Comunale liberato. Dopo esser stato disarcionato dal PD lo scorso settembre, e venendo rieletto a furor di popolo a maggio, il primo cittadino rischia nuovamente di essere mandato a casa: il prossimo 8 settembre, infatti, la Prefettura dovrà pronunciarsi sulla sua presunta “ineleggibilità”. In tal caso, sarebbe costretto a lasciare il posto al suo vice, Elisabetta Iacomelli, che dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione in attesa di riconvocare le elezioni (le terze in 3 anni). E qualcuno, con malcelata perfidia, ricorda come la Iacomelli, in qualità di presidente di “GavorranoIdea”, abbia già a suo tempo collaborato in piena sintonia con il Direttore dell'Istituzione comunale (indovinate chi? Alessandra Casini, ça va sans dire), avallandone tutti i progetti”. E come sarebbe andata a finire? Ecco la “profezia” di heartonearth: “Fuori Borghi, lo scettro passerebbe al suo vice Elisabetta Iacomelli. E il trio tutto al femminile – altro che “quote rosa” – Iacomelli-Casini-Pepi (la dirigente che gestisce la Tesoreria del Comune e ora del Parco) ha già dimostrato di lavorare in sintonia come ai tempi del Laboratorio “GavorranoIdea”. E potrebbe continuare a farlo”... Insomma, era già tutto scritto: una volta entrato in “rotta di collisione” con la Zarina, a cui voleva ridimensionare ruolo e potere, il destino di Borghi era in pratica già segnato. Fin dal 2009 tra i due vi era una lotta senza quartiere, con la Zarina impegnata a tessere la sua tela. Non è dunque un caso se, ora, il PD – per riconquistare il Comune – abbia scelto di candidare la Iacomelli, sferrando il colpo del ko che ha steso Borghi. E chissà chi è stato a suggerire proprio quel nome...
I bookmakers inglesi non avrebbero mai accettato scommesse: e, del resto, come sarebbe andata a finire il “braccio di ferro” tra l'ormai ex Sindaco di Gavorrano Massimo Borghi e la Zarina di Tutte le Rocce era già stato anticipato da heartonearth Report già nel luglio del 2011... Dunque, Borghi – due volte eletto sindaco e due volte defenestrato – getta la spugna: resosi conto che la sua vice, Elisabetta Iacomelli, subentrata al suo posto per gestire le elezioni, gli aveva voltato le spalle per giocare in proprio, ha deciso di non ricandidarsi, dicendosi “disgustato”. E così, la ricca “collezione” di Alessandra Casini, Direttorissimo del Geoparco, si arricchisce di un nuovo e prestigioso “scalpo”. Gliel'aveva giurata: e la Zarina non lascia mai le cose a metà... Come detto, nessuna sorpresa: bastava andare a rileggersi la collezione del nostro web-magazine. Scrive, il 18 luglio 2011, Sacha Paganini: “il feeling tra Parco e Gavorrano starebbe scemando, soprattutto dopo le ultime esternazioni del Sindaco Massimo Borghi che vorrebbe portare nella struttura dei Bagnetti gli uffici comunali, con ciò rimettendo in discussione il progetto museale predisposto proprio dalla Casini. Compresa l'Enoteca, che Borghi vorrebbe invece installare nel Palazzo Comunale liberato. Dopo esser stato disarcionato dal PD lo scorso settembre, e venendo rieletto a furor di popolo a maggio, il primo cittadino rischia nuovamente di essere mandato a casa: il prossimo 8 settembre, infatti, la Prefettura dovrà pronunciarsi sulla sua presunta “ineleggibilità”. In tal caso, sarebbe costretto a lasciare il posto al suo vice, Elisabetta Iacomelli, che dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione in attesa di riconvocare le elezioni (le terze in 3 anni). E qualcuno, con malcelata perfidia, ricorda come la Iacomelli, in qualità di presidente di “GavorranoIdea”, abbia già a suo tempo collaborato in piena sintonia con il Direttore dell'Istituzione comunale (indovinate chi? Alessandra Casini, ça va sans dire), avallandone tutti i progetti”. E come sarebbe andata a finire? Ecco la “profezia” di heartonearth: “Fuori Borghi, lo scettro passerebbe al suo vice Elisabetta Iacomelli. E il trio tutto al femminile – altro che “quote rosa” – Iacomelli-Casini-Pepi (la dirigente che gestisce la Tesoreria del Comune e ora del Parco) ha già dimostrato di lavorare in sintonia come ai tempi del Laboratorio “GavorranoIdea”. E potrebbe continuare a farlo”... Insomma, era già tutto scritto: una volta entrato in “rotta di collisione” con la Zarina, a cui voleva ridimensionare ruolo e potere, il destino di Borghi era in pratica già segnato. Fin dal 2009 tra i due vi era una lotta senza quartiere, con la Zarina impegnata a tessere la sua tela. Non è dunque un caso se, ora, il PD – per riconquistare il Comune – abbia scelto di candidare la Iacomelli, sferrando il colpo del ko che ha steso Borghi. E chissà chi è stato a suggerire proprio quel nome...

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